Flavia

Motolese

C’è tutta la complessità del mondo femminile nella pittura di Debora Gambino. Come affreschi contemporanei che immortalano momenti intimi o di vita quotidiana, le sue opere ritraggono le donne diventando testimonianze vive e realistiche della condizione femminile. La scelta di uno stile mimetico quasi fotografico, disvelato solo dalla consistenza fortemente materica delle sue superfici, crea una maggiore aderenza alla realtà da cui parte il suo racconto per immagini. Non ci sono stereotipi, anzi la forte volontà di rappresentare la vita vera, con tutte le sfaccettature, rivela una inevitabile componente autobiografica. Come ha scritto Elisa Cassissa riferendosi a Nella Marchesini, la prima allieva di Felice Casorati: “Esistenza e pittura diventano una soglia permeabile, un confine trasparente…”. I tanti personaggi che compongono la sua galleria di ritratti convergono in un’unica narrazione corale.

La pittura di Debora Gambino si avvicina a un’istantanea, oltre che per il suo essere retinica, perché capace di proiettare lo spettatore a stretto contatto con il soggetto rappresentato grazie a un taglio di inquadratura spesso ravvicinato. L’introspezione psicologica transita attraverso una riflessione analitica sul corpo e viceversa, non c’è ostentazione dei sentimenti, ma la dichiarata volontà di documentare la realtà con orgoglio e semplicità, prediligendo l’immediatezza comunicativa. La figura è al centro della composizione, è protagonista assoluta e, colta nella propria dimensione intima come ne “La tinozza” di Degas, si offre allo sguardo dello spettatore con spontaneità, svelando se stessa. L’artista si esprime attraverso una figurazione marcata, dai forti accenti chiaroscurali, coniugata alla pulizia formale che accentua corpi plasticamente definiti  enfatizzando la carica espressiva e il pathos dell’immagine. Debora Gambino spoglia di ogni ipocrisia la raffigurazione del corpo femminile poiché, ancora prima dell’incoraggiamento ad accettarsi per quello che si è, c’è la risolutezza a comprendere come si è.

critico e curatore d’arte

Flavia Motolese

Presentazione
Storica dell'arte
Presentazione
Storica dell’arte, si laurea con lode nel 2007 in Storia dell’Arte presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Genova. Curatore e critico d’arte, si occupa per SATURA Palazzo Stella di organizzare mostre personali di artisti nazionali e internazionali, scrive testi critici pubblicati in riviste di settore, collabora con Exibart e il magazine internazionale AMARTA, dove è stata pubblicata una sua intervista a Vanessa Beecroft; alcuni suoi scritti sono pubblicati nel volume internazionale “Artist’s profiles”. Nel 2015 ha assunto l’incarico di co-curatore della Biennale di Genova (giunta quest’anno alla terza edizione), ha curato il progetto Black Light Paintings che ha visto la partecipazione del Gruppo MID. Membro delle Giurie critiche di alcuni concorsi nazionali d’arte contemporanea, seleziona artisti emergenti e professionisti da proporre in Fiere Mercato come ArteGenova, Affordable Art Fair Milano e Artparma. Sta curando un progetto espositivo in collaborazione con il Comune di Camogli e l’Ente Parco di Portofino, l’ART MEETING IN BUCAREST e la nuova manifestazione ALESSANDRIA CONTEMPORANEA – 1^ Biennale Internazionale d’Arte 2020.

Orlando

Manfredi

Davanti ai quadri di Debora Gambino, ci troviamo in una terra di confine, un luogo di frontiera dove l’artista e l’artigiana giocano tra la sapienza manipolatoria e la sperimentazione.

La scelta avventurosa di tecnica e materiali – prevalentemente colori acrilici su patchwork in tessuti d’arredamento, composti e incollati su tela o pannello – si sposa coi contenuti dell’universo privato, dell’identità, della storia personale. Dettagli del vissuto che, disposti nel giusto ordine alchemico, si staccano dal privato per comporre magicamente una storia sociale più ricca e condivisa.

L’artista è una tessitrice di ricordi e la sua opera, più che una semplice raccolta, è una rapsodìa della memoria. Quando decodifichiamo un dato realistico, cadiamo in inganno.  Il realismo è solo strumentale e sempre sul filo dell’ambiguità olografica. Sulle diverse scale di grandezza (100×150; 150×200; 250×100, etc.), gli oggetti raffigurati travalicano sempre la misura del reale, acquistando le dimensioni smodate dei ricordi e degli affetti.

Le superfici di stoffa e damasco, sulle quali la tessitrice di ricordi dipinge/ricorda, diventano esse stesse mitopoietiche: falsano le due dimensioni, inducono vertigini e screpolature. Danno profondità a quella memoria che dà più profondità alla vita. Mancando l’ossessione del copista, emerge un’ossessione più bella: privare gli oggetti della loro contingenza e consegnarli al mito. Quel mito che la memoria individuale alimenta.
L’unico rimastoci è, auspicabilmente, inestinguibile.

Short bio

ORLANDO MANFREDI

Presentazione
Cantautore, attore, autore
Presentazione
Con il debutto discografico Intimo rock (2010) si esibisce in apertura di artisti come Afterhours, Paolo Benvegnù, Marco Parente, Perturbazione, Woodpigeon (CA). Collabora con Subsonica e Gatto Ciliegia vs il Grande Freddo alla realizzazione della colonna sonora originale del film La scoperta dell’alba di Susanna Nicchiarelli, con Sergio Rubini e Margherita Buy.
Viene invitato al Pavese Festival con il recital originale Un posto per volare. Opera lieve per Tenco e Pavese (Santibriganti Teatro), scritto e interpretato con Luca Occelli. Idea e sviluppa From Orlando to Santiago, progetto artistico “on the road” con cui racconta la Crisi Globale dal punto di vista di chi cammina, attraverso un blog di viaggio, un disco di canzoni originali, uno spettacolo concerto, un libro e una TED conference. Scrive per anni le “divagazioni cantautorali a piedi” per la rivista on line  “Greenews”. L’ultimo progetto Storifilìa (2019) pone al centro la “proprietà narrativa” della canzone ed è co-prodotto dal prestigioso FolkClub. Ha scritto canzoni, testi teatrali e il libro Il Cantautore va a Santiago (2017, Fusta editore). Tra i numerosi premi ottiene, recentemente, il  Premio Borgate dal Vivo.
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